“Carpi – Contribuire a diffondere la cultura della sicurezza antincendio negli edifici di civile abitazione, chiarendo quali siano responsabilità e ruoli dei vari soggetti coinvolti. A partire, naturalmente, dagli amministratori dei condomini, ai quali vanno fornite certezze di comportamento e di procedure, in una materia complessa che Ë sÏ regolata da una legge del 1987 integrata successivamente dalla 626 del 1994 e dal decreto ministeriale del 10.3.1998, ma nella quale predominano ancora larghe zone d’inosservanza. Questi gli scopi del primo Convegno della provincia di Modena sul tema della sicurezza antincendio nei condomini, che si Ë svolto il 25 marzo scorso alla Sala congressi di Carpi. A promuovere l’iniziativa Ë stata l’Anaci, l’Associazione nazionale degli amministratori di condominio, in collaborazione con la ditta CANTALUPO VINCENZO specializzata in ricarica, vendita e noleggio di estintori e materiale antincendio e certificata I.N.A.M.A., l’Istituto nazionale addestramento manutentori antincendio. Data la rilevanza dell’argomento, l’Amministrazione comunale di Carpi ha concesso il proprio patrocinio. Davanti a un pubblico costituito soprattutto da tecnici del settore e amministratori condominiali, il saluto dell’Amministrazione Comunale Ë stato portato dall’assessore ai Lavori pubblici e alle Infrastrutture, Carmelo Alberto D’Addese. Subito dopo, Dante De Simoni, rappresentante dell’Anaci, ha indossato i panni del moderatore, introducendo i relatori: Gabriele Golinelli, direttore regionale dei Vigili del Fuoco dell’Emilia Romagna, Sandro Marinelli, direttore centrale vicario della sicurezza tecnica del dipartimento Vigili del Fuoco al Ministero dell’Interno, Giuseppe Macchi, presidente dell’I.N.A.M.A., Marco Umberto Biondo, agente generale Ina Assitalia di Carpi e Maurizio Terruso, per l’Ucct, l’Unione costruttori chiusure tecniche. La presenza di esperti cosÏ qualificati ha dunque consentito di affrontare a trecentosessanta gradi le problematiche al centro del Convegno. Con qualche interessante rivelazione, come quella di Gabriele Golinelli che ha sfatato il luogo comune secondo il quale l’ambito domestico costituirebbe il regno della sicurezza assoluta: “”In realtà – ha sottolineato – nelle case accade un numero di incidenti non inferiore a quelli che registriamo ogni anno sulle strade e nei luoghi di lavoro. Spesso con pesanti responsabilità che finiscono per ricadere sugli amministratori condominiali””. Forte anche della sua lunga esperienza alla guida dei Vigili del Fuoco di Modena, Golinelli ha poi passato in rassegna i principali problemi dei condomini nella provincia, soffermandosi in particolare sulle carenze in fatto di attrezzature, sulla difficoltà di avvicinamento per le motopompe, sulla sommarietà della dislocazione di idranti ed estintori. Il quadro normativo Ë stato invece al centro dell’intervento dell’ingegner Sandro Marinelli. L’alto funzionario si Ë soffermato sulla controversa questione dell’obbligatorietà degli estintori a ogni piano di condominio. E ha spiegato come la convenienza a installarli deriva dal fatto che il condominio puù anche essere equiparabile a un luogo di lavoro (dove gli estintori sono obbligatori) visto che vi operano, per esempio, addetti alle pulizie, portieri, eccetera, ma anche il personale di qualunque ditta sia chiamata a intervenirvi. “”Ci sono poi situazioni particolari – ha aggiunto Marinelli – come le centrali termiche e le autorimesse in cui gli estintori possono essere prescritti dalla legge o imposti dalle autorit‡ per specifiche valutazioni. Sono comunque richiesti – ha concluso – impianti antincendio a idranti, negli edifici civili, in funzione della loro altezza””. Nella sua duplice veste di presidente dell’I.N.A.M.A., ma anche di tecnico del settore, Giuseppe Macchi ha trattato sia della funzione dell’Istituto che dell’evoluzione del mercato degli estintori in relazione al decreto del 7 gennaio 2005. Per il primo aspetto ha ricordato come la 626 dia la responsabilità al datore di lavoro di mantenere in efficienza gli impianti e le attrezzature antincendio. Lo stesso datore di lavoro ha anche la responsabilità nello scegliere il manutentore antincendio che, per il decreto 10.3.1998, deve essere competente e qualificato. Oggi, per la mancanza di un albo professionale, chiunque in breve tempo si può improvvisare manutentore antincendio. Con i suoi corsi di formazione, I.N.A.M.A. si prefigge di formare i manutentori, illustrando tutti i decreti e le norme e valutare se le ditte manutentrici sono provviste di attrezzature per eseguire le operazioni. Per l’altro aspetto, Macchi ha messo in evidenza che sul mercato vengono distribuiti estintori e materiale pompieristico di produzione Made in China di dubbia conformit‡ alle norme vigenti, con la totale assenza di controlli. Il che non garantisce l’utente che i prodotti da lui acquistati o installati corrispondano pienamente ai requisiti di conformit‡ e sicurezza richiesti. Per Ina Assitalia, l’agente generale Biondo ha illustrato le procedure assicurative da attivare per rientrare dai danni prodotti da incendi e ha illustrato i termini di un accordo intervenuto con la ditta CANTALUPO per facilitare i condomini. Le porte tagliafuoco sono state invece al centro dell’intervento di Terruso che ha denunciato come la legge del 1987 che le impone in certi locali condominiali sia rimasta in molti casi lettera morta. Nel dibattito che Ë seguito agli interventi si è parlato soprattutto del MADE IN ITALY per le attrezzature, dello scarso uso di materiale ignifugo nelle costruzioni, mentre Ë stato sottolineato come, in fondo, un condominio pensato e gestito con la cultura della prevenzione e della manutenzione degli impianti di sicurezza acquisti anche un maggior valore sul mercato immobiliare.”
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